Diogene di Sinope: Il Cinico
L’unico a dire al grande Alessandro Magno, Re di Macedonia: scansati che mi copri il sole!
Diogene rinunciò a tutti i beni materiali, tanto da vivere in una botte aperta.
Filosofo molto discusso per la sua irriverenza, nacque a Sinope nel 412 a.C.. Attratto dagli insegnamenti ascetici del filosofo socratico Antistene, divenne presto suo discepolo. Predico per tutta la sua vita le virtù dell’autocontrollo e dell’autosufficienza.
«Soleva anche dire che nella vita assolutamente nessun successo è ottenibile senza strenuo esercizio, e che questo è capace di vincere qualunque ostacolo.»
(Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VI, 71)
Molti gli aneddoti che lo riguardano:
Viveva in una botte aperta.
L’unica cosa che possedeva, una ciotola di legno, la distrusse quando vide un ragazzo bere dall’incavo delle mani: «Un fanciullo mi ha battuto nel vivere con semplicità».
Venne venduto come schiavo.
Il giorno in cui il Grande Alessandro Magno andò a trovarlo gli disse di spostarsi che gli copriva il sole (vedi immagine)
Diogene rifiutava le normali concezioni sulla decenza: pupo in teatro davanti a tutti, mangiava carni non cotte, prendeva a maleparole chiunque e perfino arrivò a seg….si in pubblico.
Anticonvenzionale per l’epoca eh…
Ma perché sto parlando di Diogene oggi:
Diogene contrastava i bisogni indotti dalla vita in società (quelli che noi oggi chiameremmo consumismo).
Diogene fece di tutto per temprarsi a tutte le difficoltà. Era solito dire di opporre alla fortuna il coraggio, alla convenzione la natura, alla passione la ragione.
Chiudiamo con la reazione del sovrano Alessandro, per farsi gioco di lui che veniva chiamato il cinico, gli mandò un vassoio pieno di ossi e lui lo accettò e gli mandò a dire:
“Degno di un cane il cibo, ma non degno di re il regalo”.